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ILVA PATRICA, TUTTO FERMO. QUADRINI:”LA POLITICA LOCALE DIMOSTRI DI TENERE EFFETTIVAMENTE AL TERRITORIO”.
Nuovo grido dall'allarme di lavoratori e sindacati della Ilva di Patrica, lo stabilimento di via Morolense del settore metalmeccanico-siderurgico chiuso ormai da anni con i 64 ex operai licenziati il 30 giugno 2014. Lo stabilimento vive una situazione un po' paradossale visto che su di esso c'è il forte interesse della società Demi Engineering Srl ma che di fatto è stata assegnata come lotto alla società Mittal. I lavoratori lamentano il fatto che il piano redatto dai commissari, comprendente i siti di Taranto, Genova, Novi Ligure e Patrica al momento della cessione prevedeva la salvaguardia di tutti gli occupati negli stabilimenti. Cosa che però malgrado un accordo e la dichiarazione della direzione dell'Ilva il 5 novembre 2014 al Mise prima della vendita non prevedere l'inserimento del sito ciociaro.
Sulla questione torna a parlare il consigliere provinciale di Noi con l’Italia e presidente della XV Comunità Montana ing.Gianluca Quadrini da tempo con gli occhi puntati sulla realtà ciociara pur di non lasciare soli i dipendenti che dichiara:”Tutto è fermo all’Ilva di Patrica specchio di un Paese bloccato, di una provincia e di un sud dimenticato. Fermo il subentro operativo del nuovo investitore ma ferme anche le trattative sindacali in attesa di chi andrà a ricoprire la casella del Mise. I lavoratori sono allo stremo, non possono più sopportare il peso di una tale gravità, perché il tempo passa inesorabile portando con sé il rischio di perdita reale del proprio posto, con tutte le conseguenze per numerose famiglie ciociare. Per questo chiedono giustamente di sapere se le informazioni a loro disposizione in particolare se sull'interesse all'acquisto di Demi Engineering Srl sia ancora valido l'accordo del novembre 2014 che prevedeva salvaguardie occupazionali anche per il sito patricano”.
“Per tale motivo è necessario che la politica tutta e gli organi preposti intervengano sulla situazione precaria dell’Ilva affinchè si trovi la via per creare le condizioni più favorevoli per i lavoratori, che permettano la ripresa dell’attività perché questa azienda è un pezzo importante del nostro sistema industriale che non può e non deve fallire. Dobbiamo dimostrare di saper difendere il nostro territorio e con esso i nostri interessi. Sbloccando la Ciociaria e l’Italia tutta per ridare un futuro alle famiglie”. Gli effetti della crisi sono testimoniati anche dai dati di Eurostat appena diffusi rielaborati dal Sole 24 Ore, secondo cui la Ciociaria si posiziona nella parte medio bassa della lista. In 15 anni i ciociari hanno perso quasi un quarto delle loro ricchezze. “Numeri sintomatici di un malessere reale radicato e difficile da estirpare,-conclude Quadrini- ma sul quale occorre lavorare in modo arduo per restituire ai cittadini della provincia di Frosinone quella speranza una volta rappresentata dalla forza lavoro, dal benessere e dalle ricchezze del nostro territorio. Ecco occorre ripartire proprio da qui”.
Ufficio stampa
Gianluca Quadrini