Dopo la seduta consiliare avuta nella giornata odierna dove all’ordine del giorno si discuteva il consuntivo dell’anno 2018, gli esponenti della minoranza consiliare Fabio Forte, Mauro Iafrate, Gianluca Quadrini e Rachele Martino evidenziano l’inerzia e l’incapacità amministrativa della governance locale targata Rea per la mancata crescita e sviluppo della città di Cicerone: 《Pur comprendendo le difficoltà dell’Ente e la instabilità delle norme che lo Stato sforna riguardo i bilanci degli enti locali, nonché la mancata certezza sui trasferimenti, si evince dai documenti contabili presentati e posti all’odg dell’odierno consiglio comunale, una mancata programmazione di crescita e di sviluppo da parte della maggioranza di governo locale.

Non vi è traccia – rimarcano gli esponenti di minoranza – di investimenti derivanti da enti terzi, in particolare di fondi comunitari. Si evince, altresì, lo sproposito delle spese legali, indice di un ricorso pedissequo al “giudiziale” e le spese per le transazioni ad “alcuni” si e ad “altri” no. Non si può continuare a dare colpe alla situazione di bilancio che riguarda l’ordinario e la sistemazione di poste “interne”, quando l’attività dell’amministrazione dovrebbe essere più larga. Da una parte appunto l’ordinario, dall’altra lo straordinario. Cioè la ricerca di risorse per migliorare la qualità della vita della Comunità Arpinate, prevedendo la realizzazione di opere essenziali e qualificanti l’ordine urbano della Città》Aggiungono poi:《 Comuni che soffrono la stessa problematica del comune di Arpino, programmano e comunque realizzano opere e forniscono nuovi servizi. È più che evidente che l’ingessamento non è tanto quello del bilancio, ma quello della capacità di una maggioranza di programmare e pianificare. Un bilancio contratto non dovrebbe contemplare le indennità piene agli amministratori, considerato che il tempo a disposizione dei cittadini a noi e non solo a noi, risulta estremamente risibile. Il responsabile del servizio finanziario, ha dichiarato durante le sedute congiunte della conferenza dei capigruppo e della commissione bilancio, che non bisogna parlare di debiti ma di squilibrio finanziario》. Infine aggiungono:《A tal proposito vorremo ricordare che il piano sottoposto alla Corte dei Conti e approvato dalla stessa, prevedeva la diminuzione dei settori, fissandone il numero a tre. Constatiamo che su questo punto prevale la logica di “premiare” e non di razionalizzare. Come accade anche per i costi amministrativi della Tari, su cui non si riesce ad ottenere chiarezza. Riservandoci un intervento più puntuale e dovizioso in sede di discussione del bilancio di previsione 2020, abbiamo dichiarato il nostro voto contrario al rendiconto della gestione 2018》.


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